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Trento, 11 ottobre 2010
A sostegno del Piano Urbano della MobilitÀ (PUM)
del Comune di Trento

Secondo intervento nel dibattito sul PUM, in Consiglio comunale, di Lucia Coppola dei Verdi e Democratici per Trento

Il lungo dibattito in aula sul Pum, con punte di particolare interesse, con critiche, passaggi aspramente contrari e qualche innegabile caduta sia nello stile che nel merito degli argomenti trattati, ha dimostrato chiaramente quanto il problema del traffico e, più in generale, dei trasporti, rivesta un' importanza fondamentale nella vita delle persone  come nell'immaginario collettivo.

Ma, al di là delle  affermazioni tese a dimostrare l'ascientificità del problema, che è peraltro tragicamente sotto gli occhi di tutti, del riscaldamento del pianeta (di cui anche noi, volenti o nolenti facciamo parte), amministrazioni e governi di destra, di sinistra o di centro cercano di correre ai ripari perché è indubbio che i trasporti sono una delle cause principali della mancata riduzione delle emissioni di gas serra.  Ed è altrettanto certo che queste emissioni, senza misure efficaci, continueranno a crescere.

Tutti gli interventi che ho ascoltato in aula hanno messo in luce, e a ragione, che cambiare il modo di concepire la mobilità, sia in maniera volontaria che involontaria, comporterà un drastico mutamento nel nostro modo di vivere. Per qualcuno auspicabile, per altri decisamente meno. La mobilità ha una grande influenza sulla vita dei singoli individui e, più in generale, sull'economia, sulla struttura territoriale  e su molti altri settori della società. Ecco perché, sino ad oggi, molti interventi atti a ridurre le emissioni di gas serra hanno in parte fallito, incluse le misure finanziarie per l'aumento del prezzo del trasporto automobilistico, l'innovazione tecnologica dei veicoli, lo sviluppo di sistemi di trasporto alternativo, in una parola, il tentativo di cambiare il modo di muoversi.

Questi interventi trovano spesso contrarietà soprattutto quando prevale un atteggiamento individualista, pensando a un beneficio, quello del mezzo privato, di cui usufruire “ora e subito” , con uno sguardo troppo “vicino” a se stessi e ai propri privilegi che, come ha detto qualcuno, non va “oltre il proprio naso”. Uno sguardo limitato che non tiene conto delle numerose problematiche che riguardano il bene comune (e dunque anche del singolo, in realtà), il mondo che dobbiamo consegnare a figli e nipoti, i diritti delle generazioni future, l'economia ( è dimostrato che il trasporto privato è sommamente antieconomico), la salute, la sicurezza, l'educazione ecc. Penso che soprattutto  città come le nostra, considerate ancora “a misura d'uomo” ( e di donna e di bambino e di anziano...), città che fanno parte della regione alpina, dovrebbero favorire, per contro, tutti quegli interventi che oltre a garantire un alto livello di efficienza climatica, generano una serie di effetti correlati positivi, come la riduzione dell'inquinamento atmosferico e del rumore, maggior sicurezza stradale, riconversione di spazi pubblici, prevenzione di malattie anche gravi, attenzione agli spazi di vita dei nostri bambini.

E' evidente che un Piano della Mobilità che si rispetti, nel 2010, in un contesto civile, sensibile e attento a non arrecare ulteriori danni all'ambiente, non può non prevedere e incentivare l'andare a piedi e l'uso della bicicletta, non può non  limitare la costruzione di nuove strade e di autostrade ad alta percorrenza: la rete viaria alpina, in generale, è stata già abbastanza sfruttata e sviluppata. In molte città europee, quelle del nord Europa a cui tutti a prescindere dalla collocazione politica  guardiamo con attenzione, lo sforzo anche urbanistico che si sta facendo è quello di intervenire sulla pianificazione  territoriale incentivando la nascita di insediamenti strutturalmente più compatti. Ciò accorcia le distanze percorse e permette uno sviluppo più economico dei mezzi di trasporto pubblico. E' chiaro che è necessario pensare anche agli insediamenti più decentrati con una sorta di compensazione, sussidi e facilitazione ai pendolari, implementazione e sviluppo di mezzi pubblici alternativi di grande competitività.

Si è parlato spesso di Bolzano. Bolzano si è candidata a diventare per il 2020 Città Clima Neutrale, che significa ridurre entro i prossimi dieci anni le emissioni di CO2 da 10 tonnellate a 2 tonnellate, con la riduzione del consumo di energia del 54% e delle emissioni di CO2 dell' 80%.

In Svizzera, città con caratteristiche simili alla nostra, 100 auto in car-sharing sostituiscono mediamente 2/3000 auto e  il 30% degli spostamenti avviene con la bicicletta, tanto demonizzata e irrisa in numerosi interventi che ho ascoltato. Sono città con un clima spesso molto più freddo e soggetto a precipitazioni del nostro. Abitando in collina posso ben comprendere alcune obiezioni delle opposizioni circa l'uso della bicicletta, ma non bisogna dimenticare  che la nostra città oltre che di collina è fatta di un fondovalle lungo 18 chilometri e popolato da oltre 70mila persone. E che, comunque, sempre di una libera scelta si tratta.

Un'amministrazione avveduta ha  il compito e il dovere non certo di obbligare ma di facilitare, rendere sicuri e appetibili, con una rete ciclo-pedonale di ampio respiro, comportamenti virtuosi e alternativi all'uso dell'auto. Che certo non sparirà dalla nostra città, ma che deve divenire una possibile seconda scelta per tutti coloro, e sono molti, che preferiscono l'andare a piedi, in bicicletta o con il mezzo pubblico, soprattutto quando quest'ultimo sia davvero competitivo nei prezzi, nella frequenza, nei collegamenti, nella tipologia ecologica. Il trand europeo della mobilità sostenibile intanto è in continuo movimento ed espansione: è di questi giorni la notizia che in Svezia, paese con le aree urbane più pulite quanto a qualità dell'aria, si sta lavorando alla realizzazione della prima bici città del mondo. Lì, attualmente, oltre il 30% delle persone si muovono con la bicicletta, contro la media italiana del 4%, e, grazie anche ad una forte riorganizzazione urbanistica e all'utilizzo diffuso di fonti rinnovabili,  entro il 2050, con un fitto reticolo di ciclabili coperte da tettoie, la città di Jonkopink, 90 mila abitanti, diventerà un centro urbano ad altissimo livello di sostenibilità ambientale.

Ipotesi avveniristiche per noi che molto più modestamente vorremmo far uscire il nostro paese dalla nube grigia che gli attribuisce la maglia nera nella corsa all'aria pulita. Secondo l'ultimo monitoraggio della UE,Torino, Brescia e Milano  si piazzano in testa alla classifica dei comuni più inquinati d'Europa. Trento è attualmente al 4° posto in Italia per l'efficienza dei trasporti e la mobilità sostenibile, ma con un Piano della Mobilità strategico e nel contempo tattico nell'individuare soluzioni di breve tempo, può ulteriormente migliorare. Perché anche da noi, comunque, oltre il 25% delle emissioni nocive sono dovute agli scarichi dei mezzi di trasporto. Per quanto riguarda l'autobus gratuito agli anziani, io sono contraria ai contributi a pioggia, indifferenziati per tutte le fasce di reddito, e molto favorevole a quelli mirati. Penso che la gratuità potrebbe essere una buona cosa per tutti gli anziani che vivono con una pensione minima. Qualcosa su cui riflettere. Così come su biglietti o abbonamenti ridotti per tratte brevi.

So che negli anni passati era stato fatto uno studio sul traffico dei mezzi che consegnano le merci in centro storico e che erano state previste delle piattaforme sulla cintura  del centro con consegna tramite mezzi elettrici. Lo fanno a Venezia con le barche, con qualche difficoltà in più, credo. Della VAL ho già detto nel mio precedente intervento, così come ho parlato della necessità di isole pedonali, della riduzione della velocità, delle corsie preferenziali per gli autobus, ribadisco però che è necessario sfruttare al meglio anche la rete ferroviaria attuale. Anche in vista di un'idea complessiva di mobilità  in Trentino e del futuro economico e sociale chi ci abita, in città come nelle valli.

Un futuro tutto in galleria? Penso alla TAV o TAC, 80 chilometri di galleria sul nostro territorio, 11milioni di metri cubi di scavo, che corrispondono a tre volte l'altezza del Campanil Basso nel gruppo del Brenta. Perdita di aree agricole pregiate e nessuna sicurezza che i trasportatori sceglieranno la TAV, perché più facilmente guarderanno ai costi piuttosto che alla strada più breve. Per non parlare del rischio altissimo di incidere sulle falde acquifere, come nel Mugello, dove interi paesi si sono visti sparire dalle case l'acqua corrente, attualmente la pompano da oltre 500 metri di dislivello; così è accaduto anche nel vicino Alto-Adige. Per non parlare dei costi: più il tempo passa e più si vedono impegnate risorse immani (90 miliardi di euro), con i privati che stanno alla finestra a guardare e tutto il peso che grava sul pubblico. E con  la potenzialità indiscussa della ferrovia del Brennero ad assorbire gran parte del traffico che attualmente passa sulla A22. Noi Verdi siamo per passare dalla gomma al ferro, ma con intelligenza e lungimiranza, senza distruggere l'ambiente e compromettere la vivibilità delle persone che ci abitano.

Per tornare alle biciclette, segnalo alle opposizioni una certa attenzione anche da parte governativa relativa al bike-sharing. C'è infatti un bando del Ministero  dell'Ambiente , della Tutela del Territorio e del Mare che considera importante la diffusione delle biciclette normali e di quelle con la pedalata assistita e intende promuovere, finanziandole, forme sostenibili di mobilità alternativa ai veicoli a motore. Si sosterranno perciò progetti volti alla riduzione delle emissioni, che a quanto pare anche un governo di centro destra considera clima-alteranti, viene detto espressamente!,  attraverso  la realizzazione di progetti di bike-sharing associati a sistemi di alimentazione attraverso energie rinnovabili e in particolare pensiline fotovoltaiche. L'auspicio che formulo all'Assessore Marchesi è quello che il nostro Comune, che pare non possa aderire a questo bando e ricevere i relativi finanziamento perché fa parte di una Provincia Autonoma, possa perseguire gli stessi obiettivi con analoghi contributi provinciali come da accordi già intercorsi. Chiedo anche, come consigliera delegata alle energie rinnovabili, di esserne tenuta al corrente e coinvolta in questa iniziativa.

Perché questo progetto attiene chiaramente alla messa in rete di sistemi ciclabili per favorire la mobilità sostenibile, e nel contempo fa un chiaro riferimento alle fonti rinnovabili.

In conclusione ribadisco il mio sostegno al Piano Urbano della Mobilità che necessita di fantasia, coraggio, senso di realtà. E del contributo di tutti perché la qualità della vita, la salute e la difesa del proprio territorio non dovrebbero essere appannaggio di un solo schieramento politico.

Grazie per l'attenzione

Lucia Coppola

      Lucia Coppola

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